Il mondo delle bevande alcoliche è vasto e vario, tra cui una bevanda tradizionale giapponese che si sta risvegliando e prendendo il mondo d'assalto: il sakè. Questo articolo vi porterà in un viaggio all'interno di questo mondo affascinante, discutendo la sua storia, i processi di produzione, i diversi tipi di sakè e come viene apprezzato in tutto il mondo. Il sakè, essenziale nella cultura giapponese, sta guadagnando importanza su scala globale. Tuttavia, è ancora avvolto da un velo di mistero per molti. In aggiunta, condivideremo anche alcuni consigli per scegliere e godere al meglio del sakè. Unitevi a noi quindi, nella scoperta di questo affascinante mondo.
Le "origini antiche" del sakè si perdono nella notte dei tempi. La produzione di questa bevanda alcolica ricavata dalla fermentazione del riso risale almeno al III secolo d.C., anche se alcune fonti ipotizzano che potrebbe essere stata prodotta già nel 700 a.C.. Noto anche come "Nihonshu" in Giappone, il sakè ha radici profonde nella "cultura giapponese", andando oltre il semplice ruolo di bevanda: viene utilizzato nei rituali shintoisti e nelle celebrazioni ufficiali, rappresentando un ponte tra il mondo fisico e quello spirituale.
Con l'"evoluzione del sakè", la sua produzione si è sofisticata nel tempo. Durante il periodo Nara (710-794 d.C.) venne introdotto il metodo di fermentazione parallela, che differenzia il sakè da altri alcolici come il vino e la birra. Il sakè divenne una bevanda di prestigio durante il periodo Heian (794-1185 d.C.), quando la corte imperiale iniziò a sponsorizzarlo. Nel periodo Edo (1603-1868 d.C.), la domanda di sakè crebbe esponenzialmente, portando alla nascita di numerose birrerie in tutto il paese.
Il sakè è tutt'oggi una componente essenziale delle "tradizioni" e del "patrimonio storico" giapponese. Nonostante la crescente popolarità della birra e del whisky nel paese, il sakè mantiene un posto speciale nel cuore dei giapponesi. E ora, con la riscoperta della sua unicità e versatilità, il sakè sta vivendo un vero e proprio risveglio a livello internazionale, conquistando appassionati ed esperti di tutto il mondo.
La produzione del sakè è un processo meticoloso e complesso che richiede attenzione e cura in ogni fase. Un elemento fondamentale in questo procedimento è la selezione del riso. Il riso utilizzato per il sakè è diverso da quello destinato al consumo quotidiano, infatti, presenta una maggiore percentuale di amido e un minore contenuto di proteine e lipidi. Il riso viene poi macinato, lavato e infine cotto a vapore.
Seguendo la cottura, il riso entra nella fase di fermentazione. Qui viene introdotto il "koji", un tipo di muffa che svolge un ruolo fondamentale nel convertire l'amido del riso in zucchero. Questo zucchero sarà poi trasformato in alcool dal lievito aggiunto in un secondo momento. Durante la fermentazione, si formano anche i "sake-kasu", i residui di sakè che vengono spesso utilizzati in cucina per la preparazione di vari piatti.
Una volta terminata la fermentazione, il sakè passa alla fase di maturazione. Durante questo periodo, che può variare da alcuni mesi a più di un anno, il sakè sviluppa la sua complessità di sapore e aroma. È in questa fase che il sakè prende realmente vita, arricchendosi di sfumature e caratteristiche uniche.
Un altro elemento importante nel processo di produzione del sakè è la qualità dell'acqua. L'acqua rappresenta circa l'80% del sakè finale, quindi la sua qualità ha un impatto significativo sul prodotto finito. L'acqua utilizzata nella produzione del sakè deve essere pura e priva di minerali che potrebbero alterare il sapore della bevanda.
In conclusione, la produzione del sakè è un processo artigianale che richiede competenza e passione. Ogni fase, dalla selezione del riso alla maturazione, è essenziale per creare un sakè di qualità che possa conquistare i palati in tutto il mondo.
Le varietà di Sakè
Il sakè, una bevanda tradizionale giapponese di riso fermentato, si presenta in molte varietà di sakè, ciascuna con le sue peculiari caratteristiche. Tre tra le più conosciute sono il Junmai, il Daiginjo e il Nigori.
Il Junmai è un sakè puro, privo di alcol aggiunto. Il termine "Junmai" significa letteralmente "riso puro", riferendosi al fatto che non viene utilizzato altro che riso, acqua, lievito e koji (un fungo utilizzato nel processo di fermentazione). Un aspetto fondamentale del Junmai è il Seimaibuai, ovvero il grado di levigatura del riso. Per il Junmai, il Seimaibuai deve essere almeno del 70%, il che significa che non più del 30% del chicco di riso può essere rimosso durante il processo di levigatura.
Il Daiginjo è considerato uno dei sakè di più alta qualità. Viene prodotto con un riso particolarmente levigato, con un Seimaibuai del 50% o inferiore. Ciò significa che almeno la metà del chicco di riso viene rimossa durante la levigatura, lasciando solo la parte centrale più preziosa. Questo processo permette di produrre un sakè con un sapore più pulito e raffinato.
Infine, il Nigori è un sakè non filtrato, che presenta un aspetto torbido e un gusto più ricco e dolce rispetto alle altre varietà. A differenza del Junmai e del Daiginjo, il Nigori conserva una certa quantità di riso fermentato, che dà alla bevanda la sua consistenza distintiva.
In conclusione, le differenze tra i sakè risiedono principalmente nel grado di levigatura del riso e nel processo di fermentazione, che conferiscono a ciascuna varietà un carattere unico.
Il sakè nel mondo
Il "sakè nel mondo" sta diventando rapidamente una tematica popolare. Questa storica bevanda giapponese sta infatti vivendo un vero e proprio periodo di rinascita, grazie alla sua versatilità e al crescente apprezzamento globale per le tradizioni culinarie del Sol Levante. L'uso del sakè non si limita alla degustazione pura, ma si estende alla "cucina con sakè", dove viene utilizzato come ingrediente fondamentale in una serie di piatti prelibati. Il suo sapore unico e distintivo aggiunge una nuova dimensione alle ricette, rendendolo un elemento di tendenza nelle cucine di tutto il mondo.
Inoltre, il sakè ha trovato la sua strada anche nel mondo della mixologia, con "cocktail con sakè" che stanno diventando sempre più popolari in bar e ristoranti di tutto il globo. Questi cocktail spesso combinano il sakè con altri ingredienti per creare bevande intriganti e gustose che offrono un'esperienza unica al palato. Il sakè, in virtù della sua versatilità, può essere abbinato a una varietà di spiriti, succhi di frutta e spezie, creando un'infinità di combinazioni possibili.
Nonostante il crescente successo internazionale, il sakè continua a rimanere saldamente legato alle sue radici giapponesi. Un esempio di ciò è il "Kanpai", il brindisi tradizionale giapponese con sakè. Il termine Kanpai, che letteralmente significa "vuoto il bicchiere", rappresenta un momento di condivisione e di festeggiamento, rafforzando l'autenticità e l'importanza culturale del sakè.
In somma, il sakè sta conquistando il mondo, sia come bevanda da gustare in purezza, sia come ingrediente per la gastronomia e la mixologia. Il suo viaggio non è tuttavia al termine: con il crescente apprezzamento globale per le tradizioni culinarie giapponesi, ci si aspetta che il ruolo del sakè continui a crescere e a evolversi nel tempo.
Consigli per godere del Sakè
Il godimento del sakè non si limita solo all'atto del bere, ma è un'esperienza completa che abbraccia una serie di aspetti, tra cui la temperatura di servizio, gli abbinamenti alimentari e le tecniche di degustazione. Ognuno di questi elementi contribuisce all'esperienza generale del sakè e può influenzare notevolmente il piacere che ne deriva.
La "temperatura di servizio" è un aspetto fondamentale. Il sakè può essere gustato a diverse temperature, da freddo (conosciuto come "Rei-shu") a caldo (noto come "Kan"). La decisione su quale temperatura di servizio utilizzare può dipendere da vari fattori, tra cui il tipo di sakè, il cibo con cui viene abbinato, e addirittura la stagione. In generale, i sakè di alta qualità tendono ad essere serviti freddi per preservare la loro complessità aromatica.
Passando agli "abbinamenti con sakè", non c'è una regola fissa. Tuttavia, il sakè si abbina tradizionalmente con piatti giapponesi come sushi e tempura. Ma la sua versatilità lo rende un ottimo accompagnamento anche per i cibi occidentali, come il formaggio e i piatti a base di carne. Il trucco è sperimentare e scoprire quali combinazioni funzionano meglio per voi.
Quando si tratta di "tecniche di degustazione", è consigliabile utilizzare piccoli bicchieri da sakè, noti come "O-choko". Questi bicchini consentono di apprezzare pienamente l'aroma e il sapore del sakè. Inoltre, è consuetudine bere il sakè in piccoli sorsi, assaporandolo lentamente per cogliere tutte le sue sfumature.
In conclusione, il "godere del sakè" non è solo una questione di gusti personali, ma anche di conoscenza e comprensione della bevanda. Quindi, la prossima volta che vi troverete a scegliere un sakè, ricordate questi "consigli per il sakè" e sperimentate per trovare la vostra combinazione preferita.